"La vita avventurosa di Charles Dickens/The Adventurous Life of Charles Dickens" articolo di Lavinia Capogna

"La vita avventurosa di Charles Dickens/The Adventurous Life of Charles Dickens" ~ Articolo di Lavinia Capogna 
La vita avventurosa di Charles Dickens 

Articolo di Lavinia Capogna ©

"Avere un cuore che non si indurisce mai, un carattere che non si stanca mai e un tocco che non fa mai male"
Charles Dickens


Il 1800 fu un secolo d'oro per la letteratura inglese. Se cerchiamo una lista dei 19th-century British writers troveremo quasi 500 nomi tra cui quelli di molte scrittrici.
Il più celebre scrittore nel mondo tra di loro era Charles Dickens. Era dotato di una inesauribile fantasia, di uno stile letterario unico che a volte può sembrare quasi bizzarro e stravagante al lettore non inglese, specialmente in "Casa desolata", spesso intriso di un linguaggio dialettale o del gergo della malavita consono ai personaggi, animato da un forte amore verso la giustizia e verso i più vulnerabili della società. Una volta entrati nel suo mondo romanzesco rutilante, non a caso definito Dickensian, si rimane assolutamente affascinati dalle sue trame appassionanti, dalle descrizioni di botteghe e bottegucce, di officine e tetri tribunali, di case ricche e tuguri e dall'umanità che pervade alcune sue intuizioni e dalla saggezza di alcune sue frasi.
Charles Dickens fu anche il primo scrittore a dare rilievo ai personaggi dei bambini e degli adolescenti (primo fra tutti Oliver Twist a cui viene rifiutato un cucchiaio di zuppa) a denunciare con grande forza la condizione terrificante dell'infanzia disagiata nell'Inghilterra Vittoriana (basti pensare a quel capolavoro che è "Nicholas Nickleby"), un'Inghilterra che per quanto potente su un piano territoriale e militare (era il più grande impero del mondo) lasciava nella povertà una gran parte della sua popolazione. 
Egli stesso aveva avuto un'infanzia molto difficile, era nato a Portsmouth, una cittadina, nel 1812 sotto il segno sognatore ed avventuroso dell'Acquario.
Suo padre era un impiegato della Marina e la famiglia si trovava in notevoli ristrettezze economiche.
Queste ristrettezze aumentarono sempre di più quando il padre venne incarcerato per via di alcuni debiti non pagati, un trauma che Dickens rivelò durante la sua vita soltanto a due amici e che venne reso pubblico dal suo primo biografo Forster.
Il padre, che era un uomo distinto, restò in carcere soltanto pochi mesi ma Charles Dickens si ricordava con terrore le visite nella prigione Marshalsea, che descrisse con vivida forza letteraria nei romanzi "La piccola Dorrit" e "Il circolo Pickwick".
La famiglia del futuro grande scrittore era allora precipitata in una grande povertà, i loro mobili erano stati venduti e Charles, dodicenne, era stato costretto a trovare lavoro come operaio in una fabbrica di lucido da scarpe.
Si era sentito umiliato e il fatto che sua madre avesse approvato il lavoro in fabbrica anziché aver cercato di evitarlo fu un ricordo sempre doloroso per lo scrittore.

Egli era un ragazzino molto grazioso e amabile nei modi, scherzoso e simpatico, di salute cagionevole, ed avrebbe voluto continuare gli studi.
La rivoluzione industriale era in pieno svolgimento e stava travolgendo tutto un mondo e una mentalità. Proprio l'Inghilterra fu il paese dove questa rivoluzione aveva avuto inizio al principio del 1800 con l'apertura delle fabbriche, casermoni grigi e sconfortanti spesso sotto la classica pioggia britannica, con orari di lavoro lunghissimi, nessun diritto sindacale, e men che meno tutele per la salute. La rivoluzione industriale produsse alcuni effetti: il primo fu la fine del mondo antico, settecentesco, facendo scomparire tanti lavori che si potevano fare a casa, poi lo spostamento di moltissime persone da piccoli borghi verso grandi città come Londra o altre, l'arricchimento di tanti industriali, la nascita di un movimento pre socialista che si oppose alle condizioni in cui vivevano gli operai che spesso trovavano nell'alcolismo l'unico rifugio alla loro emarginazione nella capitale fumosa e piena di nebbia.
Ciò che salvò Charles Dickens da rimanere uno dei tantissimi poveri operai inglesi fu proprio la scoperta della letteratura e la sua determinazione.
La memorabile scena in cui David Copperfield scopre i libri e si innamora della letteratura è un episodio autobiografico come confermano sia la figlia Mary, detta Mamie, sia dal fedele amico e biografo Forster.
Conclusa la brutta esperienza della fabbrica Charles Dickens divenne un ottimo dattilografo che ricopiava ciò che veniva detto nei processi, iniziò ad essere notato per la sua solerzia e precisione e riuscì a pubblicare, appena ventenne, alcuni schizzi umoristici su una rivista e a diventare un giornalista.

A quei tempi i romanzi venivano pubblicati spesso sulle riviste capitolo dopo capitolo ogni settimana e se avevano avuto successo venivano poi pubblicati in un unico volume. Lettori e lettrici aspettavano ansiosamente settimana dopo settimana il capitolo susseguente pagando pochi spiccioli per le riviste che era uno dei pochi svaghi di quei tempi senza elettricità oltre alle partite a carte serali, a twist o faraona, e al gioco degli scacchi.
Un testimone racconta che operai, lavandaie e cameriere anche se analfabeti pagavano qualcosa a qualcuno che sapeva leggere a voce alta nel loro quartiere e si riunivano insieme la domenica per ascoltare i capitoli dei romanzi di Dickens.

Le case editrici facevano contratti capestro agli scrittori (ieri come oggi), e, solo per menzionare i casi più eclatanti, ci fu quello di Silvio Pellico che per un best seller autobiografico come "Le mie prigioni" aveva avuto come unico compenso dal suo editore una cifra modestissima o come Dostoevskij che fu addirittura obbligato a scrivere un romanzo, "Il giocatore", in pochissimo tempo perché vincolato ad un editore lestofante.
Anche Dickens venne oppresso da un editore che guadagnava molto più di lui, come Victor Hugo in Francia, ma riuscì a liberarsene.
A 24 anni egli divenne celebre pubblicando "Il circolo Pickwick", divertente libro sui viaggi, le avventure e le disavventure di quattro singolari personaggi nell'Inghilterra rurale del 1827 (in cui risplende il personaggio del saggio domestico Sam Wellers), e pian piano ricchissimo ma sempre aiutando i più sfortunati con larghe donazioni e progetti filantropici.

Egli scriveva tutti i giorni e ben presto le sue opere divennero un'amabile abitudine per lettrici e lettori non solo in Inghilterra ma anche all'estero. 
Ma fu "La piccola Dorrit" il romanzo della maturità in cui lo scrittore attaccò energicamente la società in cui viveva descrivendola non più in stile umoristico ma potentemente drammatico: contro il sistema carcerario descrivendo Marshalsea, la già citata prigione londinese; contro il potere politico corrotto e contro, lui che era cristiano, la religiosità artificiosa e severissima della madre di Clemman, introverso eroe del romanzo.
La timida, delicata Amy Dorrit sembra invece essere un ritratto di Ellen Ternan, che come vedremo fu tanto importante negli ultimi vent'anni di vita dello scrittore o forse della mai dimenticata cognata Mary Hogarth, (Mary era deceduta improvvisamente a soli 16 anni al ritorno da un ballo e Dickens ne fu comprensibilmente tanto addolorato e scioccato che non poté più scrivere per vari mesi).

Nei libri di Dickens non mancano personaggi cupi, criminali come quello che uccide la prostituta in "Oliver Twist", sfruttatori, ladri, violenti e malvagi come Uriah Heep in "David Copperfield" o il sadico psicopatico Orlick in "Grandi speranze" o spaventosi come Cruncher, il custode del tribunale, che dissotterra cadaveri di notte per venderli agli anatomisti (un "mestiere" che esisteva davvero nella Londra del 1700 e 1800) e che maltratta fisicamente e psicologicamente la sua brava moglie con accuse paranoiche. E ancora il gelido e spietato signor Dombey che in "Dombey e figlio" fa soffrire tanto i piccoli Paul e Florence e che è, insieme al suo socio Carker, il ritratto perfetto di un deplorevole capitalista.
Personaggi sprezzanti e insensibili come la bella Estella, coprotagonista di "Grandi speranze" insieme al piccolo e tenero Pip, poi adulto, da sempre innamorato di lei, o Edith Granger in "Dombey e figlio", donna altera, sprezzante, molto bella e profondamente delusa dalla vita.
E anche molti personaggi brillanti, teatrali, esilaranti o stravaganti, tra i quali Miss Havisham sempre in "Grandi speranze", un'anziana signora ricchissima che vive isolata, solitaria, terrorizzata dagli orologi e che odia tutti gli uomini da quando è stata lasciata da un vecchio spasimante, ieratica ed eccessivamente attaccata alla sua "figlia" adottiva. Estella, o divertenti come la scapestrata Flora che si esprime in lunghi monologhi saltando da un argomento all'altro nel vano tentativo di riconquistare le attenzioni sentimentali del buon e disilluso Clemman in "Little Dorrit" o il celebre Scrooge, l'avaro di "Racconto di Natale", che cambia radicalmente dopo l'inquietante apparizione notturna di un fantasma (un racconto di forte impatto emotivo perché tocca i temi delle occasioni perdute, della nostalgia e dei rimorsi).
Nei romanzi ci sono anche alcuni personaggi particolarmente contrastanti ma complementari come nell'avvincente "Racconto di due città": una figura "luce", il nobile di nome e di fatto Darney e una "ombra", secondo la teoria junghiana che Dickens anticipa letterariamente di un secolo, nel depresso Carton, che avrà un grande riscatto morale o particolarmente delicati come Lucie Manette che sarebbe, secondo i critici, un ritratto di Ellen Ternan.
Ma i suoi romanzi sono anche pieni di personaggi buoni e sensibili come Pip e David, Oliver Twist, Amy Dorrit, Paul e Florence o Esther di "Casa desolata", forse il romanzo tra i suoi con la trama più intricata, o il fantastico, indolente, affabile Joe, il fabbro di "Grandi speranze".
Nel romanzo "Martin Chuzzlewit" Dickens crea due personaggi meravigliosi: uno è quello di Tom Pinch, un uomo sensibile, delicato e ingenuo che vede crollare il mito in cui aveva creduto: il falso moralista Pecksniff, che in verità è un pessimo soggetto. 
Il capitolo 31 del libro è uno dei più belli mai scritti da Dickens.
L' altro personaggio è l'esilarante Sarah Gamp, un'infermiera che usa metodi poco ortodossi, occupandosi sia di nascite che di funerali, alcolizzata, che gira sempre con un ingombrante ombrello, che parla incessantemente ed immagina di prendere il tè nel pomeriggio conversando amabilmente con una signora, la signora Harris, il cui unico problema è che in realtà non esiste !
Il personaggio ebbe tanto successo che in inglese slang "gamp" significa ombrello.
Tra i romanzi di Dickens vanno infine menzionati, "La bottega dell'antiquario", un capolavoro, e il quindicesimo e ultimo romanzo incompiuto "Il mistero di Edwin Drood".
Nel 1870 Charles Dickens stava lavorando al romanzo ed aveva scritto fino al 22esimo capitolo quando ebbe un grave ictus e morì il giorno seguente.
Le edizioni del libro sono state poi continuate da altri autori, una scorrettezza letteraria verso Charles Dickens.
La storia si ambienta in una immaginaria cittadina inglese, tranquilla e sonnolenta, fino a quando il giovane Edwin Drood, un ragazzo indolente, scompare misteriosamente. Vengono solo ritrovati due oggetti appartenuti a lui. Il caso viene catalogato come un omicidio anche se in realtà non si sa se Edwin non sia invece fuggito volontariamente dalla cittadina.
Lo zio di Edwin Drood, Jasper, è un personaggio che già solo in pochi capitoli sembra essere un caposaldo dickensiano: un uomo ancora giovane ma afflitto da molti misteri nonché frequentatore di una venditrice di oppio nei sobborghi londinesi. Egli ha anche una violenta passione segreta per Rose, la fidanzata di Edwin.
La parte che descrive gli stati d'animo durante il viaggio di Rose a Londra, il suo stupore da provinciale di fronte alla capitale è, secondo me, la più bella del manoscritto.


Nel 1836 a 24 anni Charles Dickens, ormai famoso, si era sposato con la ventunenne Catherine Hogarth, una ragazza bruna molto carina, figlia di un giornalista scozzese, e sembra che a lungo il loro matrimonio sia stato felice. Sappiamo poco di questa donna che divenne la moglie di uno scrittore celebre, che pubblicò un libro di cucina intitolato "Shall we Have for Dinner ?", che lo accompagnò nel viaggio negli Stati Uniti in cui Dickens restò indignato da come erano trattati gli Afro American, allora schiavi e che si batté contro la schiavitù e nei viaggi in Italia (su cui egli scrisse un piacevole memoriale) o in Francia e Svizzera. Ebbero dieci figli e vissero insieme la già menzionata tragedia di Mary e più tardi la perdita di due figli.

La casa di Dickens a Londra, è una gradevole casa tipicamente britannica a tre piani, benestante ma non sfarzosa, anzi con una sua semplicità, un pianoforte, un tombolo, alcuni mobili, una cucina assai bella, con sobri utensili. 
Nel breve e squisito memoriale di Mary Dickens, Mamie, "My Father as I Recall Him" emerge un Dickens privato, molto affettuoso con i figli, amante delle recite, scherzoso ed affezionato al suo uccellino domestico e altri animali nonché indefesso lavoratore.

Nel 1856 quando Dickens aveva 45 anni e già il matrimonio con la moglie era in crisi egli conobbe un'attrice diciottenne, Ellen Ternan, spesso chiamata Nellie. Era una ragazza bionda molto carina dall'aria arguta. 
Bisogna ricordare che il mondo del teatro godeva allora di una cattiva fama: gli attori erano visti come vagabondi girovaghi, le attrici come ragazze di facili costumi (anche se nessuno dice che Ternan lo fosse), accanto ad opere di Shakespeare i loro repertori erano costituiti da improponibili feuilleton.
La nota saggista Claire Tomalin ha tentato di ricostruire questa storia, quella di Charles ed Ellen, in un pregevole saggio intitolato "The Invisible Woman" che è stato poi alla base di un bellissimo film.
Infatti Ellen è stata una persona importantissima nella vita dello scrittore e come ipotizza la Tomalin nonché la stragrande maggioranza dei biografi moderni dello scrittore la sua compagna o amante che dir si voglia per ben 13 anni, praticamente una seconda moglie.
Ormai quasi nessuno sostiene più come prima che lei fu solo un'amica dello scrittore ma sembra sempre più evidente che fu il motivo principale della rottura tra Charles Dickens e la moglie dopo 24 anni di matrimonio.

Fu una situazione drammatica perché Dickens si trovò a vivere una doppia vita, una cosa certamente spiacevole per lui, ma se fosse emersa pubblicamente una relazione sentimentale extra coniugale sarebbe scoppiato uno scandalo enorme, forse Dickens sarebbe stato processato per adulterio e last but not least Ellen Ternan avrebbe perso la sua reputazione. Ciò che per noi che viviamo nel XXI secolo è accettabile non lo era affatto nel XIX secolo.
In più la regina Victoria, che Dickens aveva conosciuto personalmente, aveva instaurato un severo moralismo nella suo regno nonché nelle sue vastissime colonie tra cui l'India.
Ciò dovette comportare per lo scrittore una grande tensione psicologica e dissidi con la moglie, basti pensare che avevano due camere da letto comunicanti e che Dickens aveva messo un armadio davanti alla porta di comunicazione per impedire alla moglie di entrare nella sua stanza.
Addirittura c'è chi dice che Dickens abbia tentato di far ricoverare la moglie in una clinica per malattie nervose il che non è confermato da evidenze storiche. Sembra però che Catherine abbia realmente sofferto di un non diagnosticato malessere psicologico.
C'è chi dice che Dickens ed Ellen avessero avuto un figlio in Francia che sarebbe deceduto in tenera età ma anche qui siamo nel campo delle ipotesi senza solide basi.
Nel 1860 Dickens con la collaborazione di tre figli, bruciò tutta la sua corrispondenza tra cui anche lettere di altri scrittori celebri, familiari, amici e di Ellen.
Ci si chiede perché questo auto da fé quando sarebbe bastato bruciare le lettere di lei. Forse era esausto del passato o forse voleva essere ricordato dai posteri solo per le sue opere letterarie.

Egli fu talmente abile da far sparire praticamente quasi tutte le tracce del rapporto umano tra lui ed Ellen tanto che esso rimase sconosciuto fino al 1939 e poi riemerse nel 1952, suscitando grande scandalo. I biografi precedenti ad allora avevano accuratamente omesso di menzionare Ellen mentre invece ne parlarono Peter Ackroyd ed altri.
Tuttavia alcuni rumours o voci di corridoio erano emerse anche quando lo scrittore era ancora in vita ed egli aveva pubblicato un vibrante annuncio sul Times dichiarando che le voci che circolavano su se stesso ed anche su "innocent persons dear to my heart", come scriveva, erano assolutamente false. Erano quelle innocenti persone care al suo cuore Ellen e la madre di lei ? Quasi certamente sì.

Il 9 giugno 1865 Charles Dickens, Ellen e la madre di lei stavano viaggiando su un treno quando avvenne un tragico incidente ferroviario noto come "incidente di Staplehurst".
Essi si salvarono per miracolo, soltanto il vagone in cui stavano viaggiando non era deragliato. Dickens, confortate e messe le due donne al sicuro, si prodigò per aiutare i passeggeri, molti dei quali morenti o gravemente feriti, diede loro qualche sorso di rum per tentare di alleviare le loro sofferenze e prestò loro soccorso per quello che poteva.
Egli evitò sempre di raccontare questo tragico episodio, da cui rimase scioccato, perché era in compagnia della giovane attrice.

Qualche anno dopo la morte dello scrittore, che aveva lasciato un'ingente somma e una villa ad Ellen, ella si sposò con un distinto inglese e sia lui sia i loro due figli rimasero all'oscuro di questa vicenda.
Ellen, fedele alla linea di condotta di Dickens, aveva mantenuto il silenzio.

La crisi con la moglie si risolse quando Dickens le comprò una casa e le diede un alto vitalizio, dei dieci figli ben nove rimasero con il padre e solo un figlio maschio seguì la madre. 
Anche oggi sui social media ci sono inglesi che insultano quello scrittore, che tanto ha influenzato la loro patria, accusandolo di essere stato un marito degenere ma in realtà Charles Dickens fu solo un uomo che a un certo punto della sua vita si innamorò di un'altra donna.
Con ciò non vogliamo dire che Catherine Hogarth Dickens, sua moglie, avesse avuto sempre torto, anzi Lillian Nayder ha pubblicato il saggio "The Other Dickens: A Life of Catherine Hogarth" dedicato a lei.
Catherine era veramente diventata una moglie insopportabile o era Dickens ad essere obnubilato da Ellen ? Oppure la verità era nel mezzo ? Il fatto che nove dei loro dieci figli si fossero schierati con il padre testimonia a suo favore ?
A mio avviso è una storia talmente privata, che tocca sentimenti così intimi e di cui si conoscono solo labili frammenti per cui non si possono esprimere sensate opinioni e tantomeno giudizi su di essa.

La salute fisica dello scrittore si deteriorò, le conferenze che teneva ad un ritmo frenetico lo esaurivano, iniziò ad avere problemi cardiaci e purtroppo a 54 anni, l'8 giugno 1870, ebbe una grave emorragia cerebrale e morì il giorno seguente. 
Per una coincidenza più che singolare era l'anniversario, cinque anni dopo, dell'incidente ferroviario, il 9 giugno.






The Adventurous Life of Charles Dickens 

Article by Lavinia Capogna ©

"Have a heart that never hardens, and a temper that never tires, and a touch that never hurts."
Charles Dickens


The 1800s was a golden century for English literature. If we look for a list of 19th-century British writers we will find nearly 500 names including those of many women writers.
The most famous writer in the world among them was Charles Dickens. He was endowed with an inexhaustible imagination, a unique literary style that at times can seem almost bizarre and outlandish to the non-English reader, especially in "Bleak House," often steeped in dialect or underworld slang consonant with the characters, driven by a strong love of justice and the most vulnerable in society. Once one enters his buzzing fictional world, not coincidentally referred to as Dickensian, one is utterly captivated by his enthralling plots, the descriptions of stores and workshops and dreary courthouses, rich houses and hovels, and the humanity that pervades some of his insights and the wisdom of some of his sentences.
Charles Dickens was also the first writer to give prominence to the characters of children and adolescents (foremost among them Oliver Twist who is refused a spoonful of soup) to denounce with great force the terrifying condition of disadvantaged childhood in Victorian England (think of the masterpiece that is "Nicholas Nickleby"), an Great Britain that however powerful on a territorial and military level (it was the largest empire in the world) left a large part of its population in poverty. 
He himself had had a very difficult childhood; he was born in small-town Portsmouth in 1812 under the dreamy and adventurous sign of Aquarius.
His father was a Navy clerk, and the family was in considerable financial straits.
These straits increased more and more when his father was imprisoned because of some unpaid debts, a trauma that Dickens revealed during his lifetime to only two friends and that was made public by his first biographer Forster.
His father, who was a distinguished man, remained in prison only a few months, but Charles Dickens remembered with dread his visits to the Marshalsea prison, which he described with vivid literary force in his novels "Little Dorrit" and "Pickwick Papers".
The future great writer's family had then plunged into great poverty, their furniture had been sold, and 12-year-old Charles had been forced to find work as a laborer in a shoe polish factory.
He had felt humiliated, and the fact that his mother had approved of the factory work rather than having tried to avoid it was an ever-painful memory for the writer.

He was a very gracious and lovable boy in manner, playful and friendly, of poor health, and would have liked to continue his studies.
The industrial revolution was in full swing and was sweeping over a whole world and mentality. England was the very country where this revolution had begun in the early 1800s with the opening of factories, gray and daunting barracks often in the classic British rain, with very long working hours, no union rights, much less health protections. The Industrial Revolution produced a few effects: the first was the end of the old, eighteenth-century world, causing the disappearance of so many jobs that could be done at home, then the displacement of large numbers of people from small hamlets to large cities such as London or others, the enrichment of so many industrialists, and the birth of a pre-socialist movement that opposed the conditions in which workers lived, who often found in alcoholism the only refuge to their marginalization in the smoky, fog-filled capital.
What saved Charles Dickens from remaining one of so many poor English workers was precisely his discovery of literature and his determination.
The memorable scene in which David Copperfield discovers books and falls in love with literature is an autobiographical episode as confirmed both by his daughter Mary, called Mamie, and by his faithful friend and biographer Forster.
With the bad experience in the factory over, Charles Dickens became an excellent typist who copied what was said in court cases, began to be noticed for his diligence and accuracy, and managed to publish, in his early twenties, some humorous sketches in a magazine and become a journalist.

In those days novels were often published in magazines chapter by chapter every week, and if they were successful they were then published in a single volume. Readers anxiously waited week after week for the next chapter by paying pennies for magazines which was one of the few diversions in those days without electricity besides evening card games, twist or guinea fowl, and playing chess.
One witness recounts that workers, laundresses, and maids even though illiterate paid something to someone who could read aloud in their neighborhood and gathered together on Sundays to listen to chapters of Dickens' novels.

Publishers made capestro contracts to writers (yesterday as today), and, just to mention the most egregious cases, there was that of Silvio Pellico who for an autobiographical best seller such as "My Prisons" had had as his only compensation from his publisher a very modest sum or like Dostoevsky who was even forced to write a novel, "The Gambler," in a very short time because he was bound to a swindling publisher.
Dickens, too, was oppressed by a publisher who made much more money than he did, as was also in France Victor Hugo, but he managed to get rid of him.
At the age of 24 he became famous by publishing "The Pickwick Papers", an entertaining book about the travels, adventures and misadventures of four singular characters in rural England in 1827 (in which the character of the wise servant Sam Wellers shines), and slowly became rich but always helping the unfortunate with large donations and philanthropic projects.

He wrote every day and soon his works became an amiable habit for readers not only in England but also abroad. 
But it was "Little Dorrit" the novel of maturity in which the writer vigorously attacked the society in which he lived, describing it no longer in a humorous but powerfully dramatic style: against the prison system by describing Marshalsea, the aforementioned London prison; against corrupt political power; and against, he who was a Christian, the contrived and very strict religiosity of Clemman's mother, the novel's introverted hero.
Instead, the shy, delicate Amy Dorrit seems to be a portrait of Ellen Ternan, who, as we shall see, was so important in the last two decades of the writer's life, or perhaps of his never-forgotten sister-in-law Mary Hogarth, (Mary was died suddenly when she was only 16 years old on her return from a ball, and Dickens was understandably so grieved and shocked that he was unable to write again for several months).
Dickens' books have no shortage of dark, criminal characters such as the one who kills the prostitute in "Oliver Twist," exploitative, thieving, violent and evil characters such as Uriah Heep in "David Copperfield" or the sadistic psychopath Orlick in "Great Expectations," or frightening ones such as Cruncher the court janitor, who digs up corpses at night to sell them to anatomists (a "trade" that really existed in 1700s and 1800s London) and physically and psychologically abuses his good wife with paranoid accusations. And again the icy and ruthless Mr. Dombey who in "Dombey and Son" makes little Paul and Florence suffer so much and who is, together with his partner Carker, the perfect portrait of a deplorable capitalist.
Contemptuous and insensitive characters such as the beautiful Estella, co-star of "Great Expectations," together with the small and tender Pip, later an adult, who has always been in love with her, or Edith Granger in "Dombey and Son," a haughty, contemptuous, very beautiful woman who is deeply disappointed in life.
And also many brilliant, theatrical, hilarious or quirky characters, including Miss Havisham in "Great Expectations," yet a very rich old lady who lives isolated, lonely, terrified of clocks and hates all men since she was left by an old beau, hieratic and overly attached to her adopted "daughter" Estella, or as amusing as the scatterbrained Flora who expresses herself in long monologues jumping from one topic to another in a vain attempt to win back the sentimental attentions of the good and disillusioned Clemman in "Little Dorrit" or the famous Scrooge, the miser in "A Christmas Carol" who changes dramatically after the eerie nighttime apparition of a ghost (a tale of strong emotional impact because it touches on the themes of lost opportunities, nostalgia and remorse).
There are also some particularly contrasting but complementary characters in the novels, as in the gripping "Tale of Two Cities": a "light" figure, the nobleman in name and in fact Darney, and a "shadow," according to Jungian theory that Dickens anticipates literarily by a century, in the depressed Carton, who will have a great moral redemption or particularly delicate ones such as Lucie Manette who would be, according to critics, a portrait of Ellen Ternan.
But his novels are also full of good and sensitive characters such as Pip and David, Oliver Twist, Amy Dorrit, Paul and Florence or Esther of "Bleak House," perhaps the novel among his with the most intricate plot, or the fantastic, indolent, affable Joe, the blacksmith of "Great Expectations."
In the novel "Martin Chuzzlewit," Dickens creates two wonderful characters: one is that of Tom Pinch, a sensitive, delicate and naive man who sees the myth he had believed in collapse: the false moralist Pecksniff, who in truth is a very bad fellow. 
Chapter 31 of the book is one of the finest ever written by Dickens.
The other character is the hilarious Sarah Gamp, a nurse who uses unorthodox methods, dealing with both births and funerals, an alcoholic, always walking around with a cumbersome umbrella, talking incessantly and imagining herself having afternoon tea conversing amiably with a lady, Mrs. Harris, whose only problem is that she does not actually exist !
The character was so successful that in English slang "gamp" means umbrella.
Finally, among Dickens' novels should be mentioned, "The Old Curiosity Shop," a masterpiece, and the fifteenth and last unfinished novel "The Mystery of Edwin Drood."
In 1870 Charles Dickens was working on the novel and had written up to the 22nd chapter when he suffered a severe stroke and died the following day.
Editions of the book were later continued by other authors, a literary impropriety to Charles Dickens.
The story is set in a fictional English town, quiet and sleepy, until young Edwin Drood, an indolent boy, mysteriously disappears. Only two items belonging to him are found. The case is listed as a murder although it is not actually known if Edwin did not instead voluntarily flee the small town.
Edwin Drood's uncle, Jasper, is a character who already in only a few chapters seems to be a Dickensian staple: a man still young but plagued by many mysteries as well as a frequenter of an opium seller in the London suburbs. He also has a violent secret passion for Rose, Edwin's girlfriend.
The part describing the moods during Rose's trip to London, her provincial astonishment at the capital is, in my opinion, the most beautiful in the manuscript.

In 1836 at the age of 24, Charles Dickens, now famous, had married 21-year-old Catherine Hogarth, a very pretty brunette girl, the daughter of a Scottish journalist, and it seems that for a long time their marriage was a happy one. We know little about this woman who became the wife of a famous writer, who published a cookbook called "Shall we Have for Dinner ?", who accompanied him on the trip to the United States in which Dickens was outraged by the way Afro-Americans, then slaves, were treated, and who campaigned against slavery, and on trips to Italy (about which he wrote a delightful memoir) or France and Switzerland. They had ten children and experienced together the already mentioned tragedy of Mary and later the loss of two sons.

Dickens' home in London, is a pleasant, typically British three-story house, affluent but not lavish, indeed with its own simplicity, a piano, a bingo, some furniture, a very nice kitchen, with sober utensils. 
In Mary Dickens's short and exquisite memoir, Mamie, "My Father as I Recall Him" emerges a private Dickens, very affectionate with his children, fond of plays, joking and fond of his pet bird and other animals as well as indefatigable worker

In 1856 when Dickens was 45 and already his marriage to his wife was on the rocks he met an 18-year-old actress, Ellen Ternan, often called Nellie. She was a very pretty blond girl with a witty air. 
It must be remembered that the world of theater had then a bad reputation: actors were seen as wandering vagabonds, actresses as girls of easy virtue (although no one says Ternan was one), alongside Shakespeare's plays their repertoires consisted of impractical feuilletons.
Well-known essayist Claire Tomalin attempted to reconstruct this story, that of Charles and Ellen, in a valuable essay entitled "The Invisible Woman," which was later the basis for a beautiful film.
In fact, Ellen was a very important person in the writer's life and as Tomalin as well as the vast majority of modern biographers of the writer speculate, his companion or lover as she may have been for a good 13 years, practically a second wife.
By now almost no one claims as before that she was only a friend of the writer but it seems increasingly clear that she was the main reason for the breakup between Charles Dickens and his wife after 24 years of marriage.

It was a dramatic situation because Dickens found himself living a double life, something that was certainly unpleasant for him, but if an extramarital love affair had surfaced publicly a huge scandal would have erupted, perhaps Dickens would have been tried for adultery, and last but not least Ellen Ternan would have lost her reputation. What is acceptable to us living in the 21st century was not at all acceptable in the 19th century.
In addition, Queen Victoria, whom Dickens had known personally, had established strict moralism in her kingdom as well as in her vast colonies including India.
This must have resulted in great psychological tension for the writer and disagreements with his wife, suffice it to say that they had two adjoining bedrooms and that Dickens had placed a closet in front of the connecting door to prevent his wife from entering his room.
Even some say that Dickens tried to have his wife admitted to a clinic for nervous diseases which is not confirmed by historical evidence. It seems, however, that Catherine really did suffer from an undiagnosed psychological illness.
There are those who say that Dickens and Ellen had a child in France who would have died at an early age, but here again we are in the realm of speculation without solid basis.
In 1860 Dickens with the cooperation of three sons, burned all his correspondence including letters from other famous writers, family members, friends and Ellen.
One wonders why this self da fé when burning her letters would have sufficed. Perhaps he was exhausted of the past or perhaps he only wanted to be remembered by posterity for his literary works.

He was so skillful as to make virtually all traces of the human relationship between him and Ellen disappear so that it remained unknown until 1939 and then resurfaced in 1952, causing great scandal. Biographers prior to that time had carefully omitted mention of Ellen while Peter Ackroyd and others mentioned it instead.
However, some rumors had emerged even while the writer was still alive and he had published a vibrant announcement in the Times declaring that the rumors circulating about himself and also about "innocent persons dear to my heart," as he wrote, were absolutely false. Were those innocent persons dear to his heart Ellen and her mother ? Almost certainly they were.

On June 9, 1865, Charles Dickens, Ellen and her mother were riding on a train when a tragic train accident known as the "Staplehurst Accident" occurred.
They were saved by a miracle, only the car in which they were traveling had not derailed. Dickens, having comforted and secured the two women, went out of his way to help the passengers, many of whom were dying or severely injured, gave them a few sips of rum to try to relieve their suffering, and lent them aid as much as he could.
He always avoided recounting this tragic episode, by which he was shocked, because he was in the company of the young actress.

A few years after the death of the writer, who had left a large sum and a mansion to Ellen, she married a distinguished Englishman, and both he and their two children remained unaware of this affair.
Ellen, true to Dickens' line of conduct, had maintained silence.

The crisis with his wife was resolved when Dickens bought her a house and gave her a high annuity, of the ten children as many as nine remained with their father and only one son followed his mother. 
Even today on social media there are English people who insult that writer, who so influenced their country, accusing him of being a degenerate husband but in reality Charles Dickens was just a man who at some point in his life fell in love with another woman.
By this we do not mean that Catherine Hogarth Dickens, his wife, was always wrong, indeed Lillian Nayder published the essay "The Other Dickens: A Life of Catherine Hogarth" dedicated to her.
Had Catherine really become an insufferable wife or was it Dickens who was obnubilated by Ellen ? Or was the truth somewhere in between ? Does the fact that nine of their ten children had sided with their father testify in his favor ?
In my opinion, it is such a private story, touching such intimate feelings, and of which only faint fragments are known, that no sensible opinions, let alone judgments, can be made about it.

The writer's physical health deteriorated, the lectures he gave at a frantic pace exhausted him, he began to have heart problems, and unfortunately at the age of 54, on June 8, 1870, he suffered a severe cerebral hemorrhage and died the following day. 
By more than a singular coincidence it was the anniversary, five years later, of the railroad accident, June 9.

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