"Gli accordi spezzati: il blues rock di Roberto Maggi" Recensione di Lavinia Capogna


"Gli accordi spezzati: il blues rock di Roberto Maggi"
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Recensione di Lavinia Capogna, poeta, scrittrice e regista 
(dicembre 2024)


Nel panorama letterario contemporaneo Roberto Maggi, scrittore laureato in scienze biologiche, emerge come uno degli autori più interessanti e di talento. Il binomio letteratura e scienza anche se non frequente ha predecessori illustri come i russi Anton Cechov, medico, Vladimir Nabokov, entomologo, Isaac Asimov, biochimico, l'inglese Lewis Carroll, matematico, e il nostro Primo Levi, chimico.
Maggi ha esordito nel 2014 con una bella raccolta poetica "Schegge liquide", con il racconto "Irish Blues" e quelli del volume "Suites di fine anno" (2019) seguiti da una seconda raccolta di poesie "Scene da un interno" e la raccolta antologica "Il Diario della natura" che racchiude il suo amore per la Natura, la biologia, la poesia, la fotografia. Egli scrive inoltre articoli e ha collaborato con il musicista Theo Allegretti, noto pianista e compositore.
In questo ampio percorso si evidenziano le passioni dello scrittore romano che trovano un felice approdo nel suo romanzo appena pubblicato nelle accuratissime Edizioni Bastogi di Roma: "Gli accordi spezzati".
Un romanzo sapientemente costruito, che si avvale di una struttura assai elaborata che richiama "l'Ulisse" di Joyce ma non giunge mai ad una mancanza di connessione logica tra una frase e un'altra come nell'opera del dublinese anche se rompe le regole classiche del romanzo e che procede, anzi, come un armonico crescendo che invita a seguire il percorso dei personaggi, un percorso non sempre semplice, mai scontato o prevedibile, a volte costituito da acute e sensibili riflessioni, impressioni, stati d'animo e attese sentimentali tradite in cui probabilmente molti lettori si ritroveranno, espresse in uno stile letterario pregiato in cui si può ritrovare un vago eco del primo e migliore D'Annunzio fin de siècle o del Baudelaire delle poesie verde assenzio. Un mondo sognante in cui è predominante il tema del viaggio, viaggio reale ma anche viaggio nell'interiorità dei personaggi. Svelare la trama di questo romanzo vorrebbe dire banalizzarlo, come un blues a cui si mescoli delicatamente una chitarra rock esso va ascoltato tra le righe, seguendo la prosa elegante ma mai compiaciuta o fine a se stessa ma anzi sempre coerente e ben equilibrata di Maggi.
Il romanzo è suddiviso in Album musicali anziché in capitoli e accompagnato da citazioni in inglese ed italiano di brani rock che fanno ormai parte dell'immaginario collettivo dai Pink Floyd a Guccini ma anche di gruppi cari ai più appassionati di musica.
I pregi di questo romanzo sono anche il suo timbro squisitamente poetico, la sua mancanza di banalità e volgarità e l'aver saputo cogliere un certo smarrimento esistenziale contemporaneo, vicino a certe tematiche filosofiche di Sartre, che può riuscire gradito anche ai lettori e alle lettrici più giovani. Bisogna anche dire che, al di là delle reminiscenze letterarie che io ho colto in questa opera (sarà poi l'autore, se vuole, a dire se appropriate o meno) essa è completamente originale.
In questo periodo Roberto Maggi è stato invitato a parlare del suo nuovo libro in numerose iniziative capitoline e ha partecipato ad un interessante podcast insieme al noto scrittore e critico letterario Sabino Caronia e alla ben conosciuta saggista e traduttrice dal tedesco, Marina Caracciolo, che ha scritto la Prefazione del libro.

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