"L'ingarbugliata storia del conte di Cagliostro - Articolo di Lavinia Capogna
L'ingarbugliata storia del conte di Cagliostro
Articolo di Lavinia Capogna
Il conte di Cagliostro è uno dei personaggi più celebri del 1700 tuttavia riguardo alla sua vita rimangono molti punti oscuri e si sono costruite fraintendimenti e menzogne.
Nel 1778 una modesta gazzetta parigina a lui avversa sparse la voce che Cagliostro fosse un certo Giuseppe Balsamo.
Questa teoria che ancora oggi viene correntemente riportata sembrerebbe essere falsa. Infatti come hanno evidenziato vari studiosi le descrizioni fisiche e caratteriali dei due personaggi sarebbero state opposte.
Colui che acquisì il nome di conte di Cagliostro e il cui reale nome sarebbe sconosciuto sarebbe stato un uomo dalla forte personalità, affabile, gentile, colto e dotato di qualità medianiche e di chiaroveggenza. Sarebbe nato - secondo una sua affermazione - nel 1749 in un luogo imprecisato e molto probabilmente date le sue maniere e la sua cultura in un ambiente altolocato.
Come risulta da testimonianze dei suoi contemporanei egli conosceva l'italiano, il francese, il portoghese, l'arabo e l'ebraico.
Secondo, come gli stesso avrebbe scritto, avrebbe sviluppato le sue qualità medianiche in Egitto dove avrebbe avuto anche una tenera, grande amicizia con un coetaneo.
Invece Giuseppe Balsamo, con cui egli sarebbe stato volutamente confuso, era nato nel 1743 in Sicilia da una famiglia povera ed onesta ma sarebbe diventato un delinquente, rissoso e truffatore, nonché analfabeta, come la maggior parte delle persone del tempo.
Questa voluta maldicenza della Gazzetta francese sarebbe però servita per scatenare una campagna di odio verso il conte di Cagliostro che lo avrebbe infine portato al processo dell'Inquisizione ed alla detenzione nella fortezza romagnola di San Leo, arroccata su una montagna, che sarebbe durata ben quattro anni, dal 1791 al 1795 e che si sarebbe contraddistinta per le torture subite.
Egli venne imprigionato in una cella minuscola, senza porta, da cui si poteva passare il cibo solo da un buco del soffitto e dove subì un trattamento disumano.
Si disse che morì improvvisamente ma un nuovo documento storico avanza invece l'ipotesi che egli sia stato brutalmente percosso, cosa che sarebbe stata tenuta nascosta.
Subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1795 a 46 anni, un potente religioso si sarebbe affrettato a scrivere un memoriale sulla vita di lui contenente un gran numero di ridondanti insulti il cui eco è giunto fino ai giorni nostri per cui parecchi, che non sanno nulla della sua vita, lo vedono come un avventuriero e in truffatore.
Ma c'è da chiedersi perché Cagliostro si inimicò fino a quel punto il potere religioso e politico? Che cosa avevano da temere da questo medium e sensitivo?
Cagliostro era stato prima del processo dell'Inquisizione uno degli uomini più influenti d'Europa, un viaggiatore instancabile, aveva viaggiato fino in Russia e in Polonia, era stato ricevuto da monarchi, aristocratici, artisti, alchimisti ed aveva suscitato anche l'interesse di Goethe che durante il suo famoso viaggio in Italia si era recato a trovare la (presunta) madre e sorella di lui in Sicilia ma che in realtà erano la madre e la sorella di Giuseppe Balsamo.
Cagliostro fece parte di logge massoniche del tempo. La massoneria aveva allora, nel 1700, una tendenza spiccatamente progressista e ne facevano parte importanti intellettuali tra cui Mozart.
La fama del conte di Cagliostro si affermò quando egli manifestò alcune qualità come curare varie malattie (riuscì a curare parecchi ammalati di varie patologie sia fisiche sia psicologiche grazie a dei preparati che faceva egli stesso e che suscitarono invidia in vari medici e dai poveri non si faceva pagare nulla), comunicare con l'aldilà, cambiare il piombo in oro come gli alchimisti, essere in grado di vedere eventi che accadevano contemporaneamente a distanza o anche, più semplicemente, indovinare i numeri di una lotteria inglese.
Tutte queste "capacità" di Cagliostro, eccetto trasmutare il piombo in oro, sono oggi studiate da quegli scienziati (pochi) che non hanno pregiudizi.
Predisse in anticipo la nascita del figlio di Maria Antonietta, la presa della Bastiglia e la Rivoluzione francese del 1789, l'avvento di Napoleone e scrisse queste assennate parole: "Se non vi è desiderio di fare del bene che vi spinge nel misticismo, vi prego, non andate oltre".
La sua vicenda era incominciata pubblicamente quando, appena ventenne, era giunto a Roma dove aveva frequentato gli ambienti pontifici.
Aveva abitato nel meraviglioso centro storico della città che era costituito da antiche strade e vicoli, splendide piazze, palazzi nobiliari e poveri, fatiscenti edifici illuminati da fioche torce.
Qui aveva conosciuto, Lorenza Feliciani, una bella ragazza diciassettenne, con gli occhi chiari, che esercitava la prostituzione nei pressi di via dei Giubbonari, con cui aveva iniziato una relazione sentimentale, la qual cosa gli aveva inimicato il clero, e che più tardi avrebbe sposato e cambiato il suo nome in Serafina.
Fu così che Cagliostro e Serafina avevano incominciato a viaggiare per l'Europa finendo anche nelle grinfie di un'imbrogliona londinese e nella Germania del filosofo Kant nella quale Cagliostro aveva incontrato il famoso conte di Saint-Germain e Mesmer. Il conte di Saint - Germain era un altro studioso dell'alchimia che sembra avesse il dono della bilocazione. Mesmer, era un celebre medico, che faceva degli esperimenti con il magnetismo.
Ma fu nella Parigi di Maria Antonietta e di Luigi XVI che Cagliostro sarebbe diventato una vera e propria stella dell'alta società, il che gli aveva procurato uno stuolo di ammiratrici e di ammiratori ma anche di pericolosi detrattori.
Era ritratto persino sulle tabacchiere e sui ventagli delle signore.
Nel 1786 venne accusato di essere l'artefice "dell'affare della collana", una vicenda assai strana che ebbe una grande risonanza perché contribuì ad aumentare la scarsa simpatia dei francesi verso la regina Maria Antonietta, che era austriaca, ma che non ebbe in realtà nessuna responsabilità nell'accaduto.
Una nobildonna decaduta aveva ingannato un ambizioso vescovo, che si era inimicato la regina Maria Antonietta ma che voleva riconquistare la sua considerazione, facendosi passare per lei, scambiando false lettere, combinando addirittura un incontro con una sosia della regina e facendogli infine acquistare una collana di immenso valore. Ella aveva anche fatto una firma falsa della regina. Ne seguì un processo nel quale Cagliostro venne completamente assolto.
Tuttavia le dicerie contro di lui si moltiplicarono ed egli ritornò a Roma ma nel 1789 sua moglie Serafina lo denunciò per stregoneria non si sa perché e finì nelle grinfie del Tribunale dell'Inquisizione, Tribunale che era ormai quasi agli sgoccioli della sua attività.
Come abbiamo accennato il tribunale di Roma fu durissimo verso Cagliostro. I capi di accusa furono ben 103 e completamente assurdi.
Ad uno di loro egli rispose: "Castigatemi pure, fate quello che volete del mio corpo, a me basta salvare l’anima. Io indirizzo le mie preghiere a Dio, perché credo che sia venuto per redimerci, e se poi non fosse vero per me è lo stesso perché indirizzo ancora a lui le mie preghiere. Potete redarguirmi, ammonirmi come vi pare, resterò sempre pertinace alle mie affermazioni di innocenza, che sono la sola verità. Voi non mi piegherete mai, sono e rimango irriducibile".
Si può non avere una opinione precisa su Cagliostro, si può considerarlo un grande sensitivo oppure un avventuriero ma in ogni caso dobbiamo rispettare il martirio che egli subì.
Una leggenda romana racconta che la notte in quei vicoli dietro i Giubbonari si può, a volte, intravedere una bella ragazza che indossa un velo e piange. Qualcuno dice che ella sia Serafina pentita di aver denunciato il celebre marito.