"Francesco Di Giovanni: una vita in musica" 🎼 Recensione di Lavinia Capogna (Italian/English)
Francesco Di Giovanni, una vita in musica
Recensione di Lavinia Capogna
(Italian/English)
Pochi giorni fa (fine ottobre 2025) è uscito il nuovo Album del Maestro Francesco Di Giovanni, compositore, chitarrista classico e jazz, docente di musica, ben noto a chi ama la buona musica.
Il mandolino, strumento a corde, parente del liuto e della chitarra, è uno splendido strumento nato in Italia nel 1600.
Usato dapprima per brani di musica da camera, nella musica cosidetta galante, nei brani popolari napoletani è stato poi usato nella musica classica Settecentesca/primo Ottocentesca da eccelsi artisti quali Vivaldi, Mozart (nella bella Aria del "Don Giovanni" Deh, vieni alla finestra), da Gioachino Rossini e Beethoven.
Se non ha avuto un maggior uso nella musica sinfonica è dipeso dal fatto che, come la chitarra, il suo suono vivace e brillante ben adatto ai Quartetti, rischiava di essere coperto dal maggior volume del pianoforte e degli archi.
Il mandolino è stato usato anche nella nelle vorticose tarantelle, raramente nel jazz, nella musica irlandese e da Paul McCartney.
Tuttavia, nonostante una prestigiosa iniziativa a Modena e la Federazione Mandolinistica Italiana (F.M.I.) che preserva e diffonde lo strumento, esso rischiava un po' di essere relegato nell'immaginazione collettiva a quel detto "spaghetti e mandolino" che ha una sfumatura un po' sprezzante come di popolo nullafacente ben diversa dalla realtà.
"Mandolin in Concert", il nuovo Album di Francesco Di Giovanni rende giustizia a questo bellissimo strumento, suonato qui dalle artiste Olena Kurkina e Sonia Maurer
con la collaborazione della Orchestra a plettro "Costantino Bertucci", della pianista e clavicembalista Gabriella De Nardo e una affiatata squadra di musicisti (Nota 1) diretti dal Maestro Alvaro Lopes Ferreira.
È il risultato di un grande lavoro di composizione e di realizzazione che ha impegnato Francesco Di Giovanni per alcuni anni. Si sente nell'Album questo grosso lavoro ed accuratezza precedente: l'album è composto da 16 brani, è assai bello e variegato, mostra il mandolino in modo nuovo, originale, mai scontato, versatile, in alcuni temi vivace e coinvolgente, in altri più introspettivo ed intimista, in alcuni più classico, in altri più audace e all'avanguardia.
Di Giovanni riesce a equilibrare queste ispirazioni in una armonia poetica mai stridente ma anzi ben amalgamata.
"Mandolin in Concert" è quindi un Album sia per chi ama la bella musica sia per l'esperto più esigente.
55 minuti da ascoltare tutto di un fiato o da centillinare come un buon vino in pregiate botti di rovere.
La ricchezza espressiva delle composizioni non stupisce da parte del compositore che ha iniziato a suonare giovanissimo, appena quattordicenne avendo convinto i suoi genitori a regalargli una chitarra. La chitarra per un adolescente di fine anni '60, come Di Giovanni, era anche un simbolo di libertà ed indipendenza. Lui ha iniziato a suonare musica rock e, appena sedicenne, con il fratello Enrico (bravissimo suonatore di contrabbasso) ed alcuni amici aveva già formato una Band. Le note assai espressive, velate di una soffusa malinconia, di Baden Powell lo hanno spinto ad interessarsi alla musica brasiliana, quelle piene di vitalità e innata maestria di Wes Montgomery alla musica Jazz per infine diplomarsi in chitarra classica e jazz al Conservatorio e in sociologia all'università. Francesco Di Giovanni ha avuto tantissime esperienze musicali, ha collaborato per un anno con il Maestro Renato Carosone, con la cantante Nada e tanti altri nomi famosi che non possiamo citare tutti. Ha organizzato e partecipato a numerose iniziative musicale e questi molteplici interessi (un problema di molti misicisti è spesso quello di essere interessati solo al loro genere musicale) hanno dato voce ad un felice sincretismo sempre ben misurato.
Di Giovanni avrebbe anche tutti i numeri per comporre musica da film, ben conscio di quanto la musica nel cinema non sia un solo commento alle scene ma parte integrante del senso di esse.
Ha fondato con due ragazzi di talento il Frankie’s Jazz Trio e tiene frequentemente concerti insieme a Gabriella Di Nardo.
Ha pubblicato finora più di 10 Album di sue composizioni, molto apprezzati, tra i quali "Blue Roma" che contiene l'esecuzione integrale delle sue opere per Chitarra Classica, eseguite dal concertista Fabio Fasano, e "Mister Max" sulle sue collaborazioni con ottimi jazzisti romani.
Molte sue opere per chitarra e pianoforte sono state stampate e l'attività, quasi trentennale ormai, di docente di Chitarra Classica presso l’ Istituto Musicale Gaspare Spontini di Ascoli Piceno, gli consente di ampliare sempre più la sua esperienza musicale e di formare ragazzi e ragazze in questa arte, guardando sempre verso nuovi orizzonti e possibilità.
Nota 1) Mandolin in Concert di Francesco Di Giovanni. Primi Mandolini di Olena Kurkina, Sonia Maurer, Aldo Arbusti, Giuseppe Montalto; Secondi Mandolini di Giuliano Latini, Ruy Lopes Ferreira, Rosaria Vecchione; Mandola di Sergio Napolitano, Chitarre di Francesco Di Giovanni, Angelo Schietroma, Aurora Orsini; Chitarra contrabbasso di Stefano Guerra; Violoncello di Eva Csuthi; Pianoforte e il Clavicembalo di Gabriella De Nardo, Arpa di Maria Olga Greco.
Francesco Di Giovanni, a life in music
Review by Lavinia Capogna
A few days ago (end of October 2025), Maestro Francesco Di Giovanni, composer, classical and jazz guitarist, music teacher, and well-known to those who love good music, released his new album.
The mandolin, a stringed instrument related to the lute and guitar, is a splendid instrument that originated in Italy in the 1600s.
Initially used for chamber music, in so-called galant music, and in popular Neapolitan songs, it was then used in 18th-century/early 19th-century classical music by such great artists as Vivaldi, Mozart (in the beautiful aria from Don Giovanni, Deh, vieni alla finestra), Gioachino Rossini, and Beethoven.
The reason it was not used more widely in symphonic music was that, like the guitar, its lively and brilliant sound, well suited to quartets, risked being drowned out by the greater volume of the piano and strings.
The mandolin was also used in the whirling tarantellas, rarely in jazz, in Irish music and by Paul McCartney.
However, despite a prestigious initiative in Modena and the Italian Mandolin Federation (F.M.I.), which preserves and promotes the instrument, it risked being relegated in the collective imagination to the saying 'spaghetti and mandolin', which has a somewhat derogatory connotation of a lazy people, very different from reality.
"Mandolin in Concert," Francesco Di Giovanni's new album, does justice to this beautiful instrument, played here by artists Olena Kurkina and Sonia Maurer, with the collaboration of the plectrum orchestra "Costantino Bertucci", the pianist and harpsichordist Gabriella De Nardo and a close-knit team of musicians (Note 1) conducted by Maestro Alvaro Lopes Ferreira.
It is the result of a great deal of composition and production work that has kept Francesco Di Giovanni busy for some years. This hard work and attention to detail can be heard in the album: it consists of 16 tracks, is very beautiful and varied, and showcases the mandolin in a new, original, never predictable, versatile way, in some themes lively and engaging, in others more introspective and intimate, in some more classical, in others more daring and avant-garde.
Di Giovanni manages to balance these inspirations in a poetic harmony that is never jarring but rather well blended.
"Mandolin in Concert" is therefore an album for both those who love beautiful music and the most demanding experts.
55 minutes to listen to in one go or to savor like a fine wine in precious oak barrels.
The expressive richness of the compositions is not surprising coming from a composer who started playing at a very young age, just fourteen, after convincing his parents to buy him a guitar. For a teenager in the late 1960s, like Di Giovanni, the guitar was also a symbol of freedom and independence. He began playing rock music and, at just sixteen, had already formed a band with his brother Enrico (a talented double bass player) and some friends. Baden Powell's highly expressive notes, veiled with a soft melancholy, sparked his interest in Brazilian music, while Wes Montgomery's vitality and innate mastery drew him to jazz music. He eventually graduated from the Conservatory with a degree in classical and jazz guitar and from university with a degree in sociology. Francesco Di Giovanni has had many musical experiences, collaborating for a year with Maestro Renato Carosone, singer Nada, and many other famous names that we cannot mention here. He has organized and participated in numerous musical initiatives, and these multiple interests (a problem for many musicians is often that they are only interested in their own musical genre) have given voice to a happy and well-balanced syncretism.
Di Giovanni also has what it takes to compose film music, well aware that music in cinema is not just a commentary on the scenes but an integral part of their meaning.
He founded Frankie's Jazz Trio with two talented young musicians and frequently performs concerts with Gabriella Di Nardo.
He has released more than 10 highly acclaimed albums of his compositions, including "Blue Rome," which contains the complete performance of his works for classical guitar, performed by concert guitarist Fabio Fasano, and "Mister Max," about his collaborations with some very good Roman jazz musicians.
Many of his works for guitar and piano have been published, and his nearly thirty years as a classical guitar teacher at the Gaspare Spontini Music Institute in Ascoli Piceno have allowed him to continually expand his musical experience and train young people in this art, always looking toward new horizons and possibilities.
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