"Il coraggioso Émile Zola" - Articolo di Lavinia Capogna


Il coraggioso Émile Zola

Articolo di Lavinia Capogna


Émile Zola è stato uno di più importanti scrittori francesi della seconda parte del 1800 e uno dei più amati, ancora oggi, dai lettori più colti. Egli visse durante il Secondo Impero di Napoleone III che si concluse con la clamorosa sconfitta francese nella guerra franco-prussiana a Sedan nel 1870, per cui la Francia dovette cedere alla Germania l’Alsazia e la Lorena, e la nascita della Terza Repubblica che sarebbe durata fino al 1940.

Era nato Parigi nel 1840, suo padre era un intraprendente ingegnere veneziano, Francesco Zola, sua madre una ragazza francese molto più giovane del marito. Il padre progettò un importante canale nonché notevoli riforme nel suo ambito professionale ma morì precocemente, lasciando il suo unico figlio, Émile, orfano a 7 anni e in una precaria situazione economica. Émile Zola trascorse l’infanzia e la gioventù a Aix – en – Provence e, nonostante le ristrettezze economiche, fu molto felice.

Per tutta la vita si ricordò delle gite spensierate nei campi con gli amici e un libro di poesie nella tasca della giacca. Fin da bambino manifestò un grande interesse per i libri e già da adolescente scriveva. Fece anche amicizia con un suo compagno di scuola, Paul Cézanne, che sarebbe diventato un grande pittore.

Trasferitosi fin da giovane a Parigi per un po’ di tempo lavorò in una dogana, un lavoro noioso e ripetitivo, ma riuscì poi a farsi assumere come fattorino da Hachette, il più importante editore francese del tempo. Dopo sei mesi riuscì a diventare impiegato di Hachette. Era un ragazzo intelligente, ipersensibile, per certi versi timido, attento ad afferrare tutto ciò che lo circondava ed interessato ad ogni espressione artistica, come ha anche sottolineato il suo biografo, Henri Troyat. 
Fin da giovane aderì al socialismo. 

Zola  (Ritratto di Manet) 

Dopo alcuni interessanti tentativi letterari tra cui spicca la fosca storia criminale di “Teresa Raquin” (Thérèse Raquin), a 30 anni Zola propose ad un editore un piano letterario quantomeno audace: si impegnò a scrivere 20 romanzi in 20 anni. Il suo motto era “gagner ma vie avec ma plume” (guadagnarmi la vita con la mia penna). Nel frattempo aveva anche sviluppato una teoria del romanzo che spiegherà in varie occasioni. Egli credeva nella scienza che stava emergendo e che stava cambiando la società. Aderì al Naturalismo, di cui diventerà l’esponente più importante e che aveva avuto un precursore in Balzac. Era una corrente letteraria che si prefiggeva di rappresentare la realtà in modo veritiero, analizzandola scientificamente, eliminando tutto il fantastico e lo sdolcinato che facevano parte di tanti libri ormai dimenticati. Il Naturalismo si collegava anche al Positivismo dello scienziato August Comte. Émile Zola raccontò il suo metodo allo scrittore Edmondo De Amicis in un testo memorabile in cui gli confessò che appena aveva una vaga idea del romanzo si recava negli ambienti frequentati dai suoi personaggi: teatri, officine, botteghe di artigiani, grandi magazzini, redazioni di giornali, fabbriche, miniere, stazioni, case chiuse con uno spirito giornalistico e poi, poco tempo dopo, tutta la trama affiorava da sola nella sua mente.

Émile Zola si sposò a 30 anni, nel 1870, con Alexandrine Meley, con la quale conviveva già da cinque anni. Lei era stata una modella del pittore Manet, il quale aveva fatto anche un bellissimo ritratto a Émile Zola. Acquistò una villa a Medan, a circa 30 chilometri da Parigi, per lui, la moglie e sua madre in cui organizzò la sua vita e il suo lavoro in modo molto regolare scrivendo o correggendo le sue opere ogni mattina nel suo studio, e dedicando il pomeriggio agli amici ed alle attività sociali. 

La sua grande idea romanzesca, che si chiamerà il ciclo dei Rougon Macquart, era la storia di una famiglia e dei suoi discendenti. Si ispirava alla “Commedia umana” di Balzac e come in quella non è necessario leggere i romanzi dal primo all’ultimo per comprendere la storia complessiva. I volumi, seppure collegati tra di loro, possono essere letti separatamente. Essendo i due capostipiti della famiglia due personaggi molto nevrotici e alcolisti seguendo la scienza del tempo, Zola tratteggiò anche gli altri personaggi con caratteri e vite difficili. Era una sorta di “legge di ereditarietà” che oggi è stata smentita, ma tuttavia essa fu la base per Zola per scrivere grandi opere letterarie con una forte denuncia sociale.

I personaggi di Zola non avevano spesso posto nei romanzi di allora. Egli diede voce a coloro che non l’avevano: i minatori in sciopero del bellissimo “Germinal”, i venditori dei mercati di Parigi e il rivoluzionario de “Il ventre di Parigi”, la coraggiosa lavandaia Gervaise che viene distrutta dai due uomini che ama in “L’Assommoir” (il titolo si riferiva ad una bettola di Parigi che si chiamava in questo modo, il che si può tradurre come l’ammazzatoio), la bellissima cocotte Nanà, nel romanzo omonimo, che fa una grande ascesa sociale grazie ai suoi detestabili e potenti amanti e che ha anche una relazione con una affascinante ragazza, Satin, il pittore tormentato de “L’opera” che gli costò la rottura dell’amicizia decennale con Paul Cézanne che si riconobbe nell'instabile protagonista, il terribile crimine compiuto sul treno in “La bestia umana”, i grandi magazzini della moda parigina ne “Il paradiso delle signore”, dove nasce un delicato sentimento tra la disinteressata protagonista e il loro proprietario. Questi sono i titoli più celebri del ciclo dei Rougon Macquart che si contraddistingue per la raffinatezza della scrittura e la piacevolissima lettura.

Furono anche considerati libri scandalosi per il loro realismo e Thomas Mann raccontava che suo padre, un distinto e agiato commerciante di Lubecca, li leggeva avidamente avendo l’accortezza di nascondere la prima e la quinta di copertina dei volumi in modo che non si potesse leggere l’autore e il titolo…
Per le avvincenti trame, le accurate descrizione degli ambienti e la cura dei dettagli le opere letterarie di Zola si sono rivelate nel Novecento molto adatte a essere trasposte in numerose opere cinematografiche, di cui la più famosa è “Gervaise” diretta dal regista René Clement ed interpretata dall'attrice Maria Schell.

C’è anche da dire che i libri di Zola hanno una struttura che anticipa la sceneggiatura cinematografica e che egli aveva un grande interesse per l’immagine: la nascente fotografia era la sua passione (è stato anche pubblicato un bel libro che raccoglie le sue fotografie, intitolato “Émile Zola fotografo”). 
Non sarebbe quindi azzardato supporre che, se lo scrittore fosse nato nel Novecento, avrebbe potuto essere un regista. Egli riuscì ad affiancare questa intensissima attività letteraria a quella di giornalista collaborando a numerose testate.

A fine secolo, Zola si innamorò di Jeanne Rozerot, una sarta ventunenne, che lavorava nella sua villa a Medan, assunta dalla moglie. Non era la frequente infatuazione di un padrone verso una domestica – che si trova anche nelle commedie del tempo – ma un autentico e nobile sentimento e Zola attese molto tempo prima di dichiararsi alla ragazza, la quale fu incerta se ricambiare l’amore dello scrittore, sentendosi ingrata verso madame Zola. Ma alla fine la delicatezza di lui la fece innamorare e iniziò una relazione segreta. In pochi anni ella ebbe due bambini da Zola, Jacques e Denise. La moglie, dopo grandi scenate, finì per accettare questa relazione. 
Zola fu un ottimo padre, acquistò per Jeanne e i figli una villa abbastanza vicina alla sua e tutti i giorni, dopo il lavoro, si recava in bicicletta a fare merenda e leggere fiabe ai bambini. 

Dal 1894 un famoso processo coinvolse e divise la Francia in due. Un maresciallo ebreo, Dreyfus, era stato accusato di essere una spia della Germania. Emerse allora l’antisemitismo e il nazionalismo della Francia, e Dreyfus venne condannato alla deportazione ed incarcerazione nell’Isola del Diavolo nella Guyana francese. Nel 1898, Zola studiò attentamente tutti gli atti del processo. Egli non conosceva Dreyfus, non era ebreo, non aveva alcun interesse personale così facendo se non quello di scoprire la verità avendo intuito che nel processo c’era qualcosa che non quadrava. Era così intelligente che leggendo tutte le testimonianze comprese chi fosse la vera spia della Germania e chi gli accusatori del maresciallo Dreyfus, che era innocente.

Sul giornale “L’Aurore”, socialista, comparve il testo più coraggioso che uno scrittore abbia mai scritto intitolato “J’Accuse” (Io Accuso): Zola accusava direttamente e senza nessuna ambiguità politici in vista e alti militari. Fu un grande scandalo. 
I conservatori e l’estrema destra si scagliarono contro lo scrittore, furono scritti articoli calunniosi su di lui e apparvero vignette satiriche ed insultanti. Zola venne condannato ad un anno di carcere per diffamazione. 
Sia la moglie, sia Jeanne, sia il suo avvocato lo supplicarono di lasciare il paese e di andare in Inghilterra. 
Zola, molto controvoglia, s’imbarcò a Calais verso Dover. Nel frattempo, grazie al suo articolo, si dovette riaprire il processo a Dreyfus ed emerse finalmente la verità. Zola poté tornare in Francia ma l’estrema destra lo minacciò di morte. 

Il 29 settembre 1902, a 62 anni, Émile Zola insieme alla moglie tornò a Parigi dopo un soggiorno nella villa di Medan. Faceva già freddo ed accesero la stufa. Poco dopo la stanza si riempì di fumo. Madame Zola perse conoscenza. Il marito tentò di aprire la finestra ma non ci riuscì soffocato dal monossido di carbonio. Lei venne salvata dai domestici ma lui morì. La notizia del suo decesso destò grande commozione nel paese. La stampa di estrema destra invece esultò. Un numero enorme di persone seguì il suo funerale. 

La tragedia venne attribuita a un incidente ma ci sono sempre stati ragionevoli dubbi che fosse stato invece un attentato: alcuni vicini di casa avevano visto un paio di persone armeggiare sul tetto dell’edificio pochi giorni prima. 
Nel 1953 un anziano farmacista raccontò che lui, insieme a un domestico di Zola, allora entrambi esponenti di un gruppo politico di estrema destra, avevano organizzato l’attentato allo scrittore, ostruendo la stufa dell’appartamento. Non venne aperta un’inchiesta perché il domestico era già deceduto e il farmacista era anziano o forse la Francia non ha mai avuto un reale interesse a investigare sulla morte del grande scrittore che riposa al Pantheon a Parigi, insieme agli altri uomini e donne che hanno reso grande il paese. 

La vedova di Émile Zola, Alexandrine, fece un nobile e doveroso gesto: riconobbe Jacques e Denise, i figli di Zola, come figli di lui legalmente dando loro il cognome, rendendoli così eredi a tutti gli effetti non solo dell’ingente patrimonio del marito, guadagnato grazie al suo lavoro letterario, ma anche dei suoi diritti d’autore.



 
Lavinia Capogna è una scrittrice e regista. È figlia del regista Sergio Capogna. Ha pubblicato finora otto libri: Un navigante senza bussola e senza stelle (poesie); Pensieri cristallini (poesie); La nostalgia delle 6 del mattino (poesie); "In questi giorni UFO volano sul New Jersey", "Poesie 1982 - 2025".
"Storie fatte di niente" (racconti), che è stato pubblicato anche in Francia con il titolo "Histoires pour rien"; il romanzo "Il giovane senza nome" e il saggio "Pagine sparse - Studi letterari". 
Ha scritto circa 150 articoli su temi letterari e cinematografici e fatto traduzioni dal francese, inglese e tedesco. 
Ha studiato sceneggiatura con Ugo Pirro e scritto tre sceneggiature cinematografiche e realizzato come regista il film La lampada di Wood, il mediometraggio Ciao, Francesca e alcuni documentari. 
Collabora volontariamente con le riviste "Il Randagio" e "Insula Europea". 
Da circa vent'anni ha una malattia che le ha procurato invalidità.

 


Commenti

Post popolari in questo blog

"Albert Camus e Maria Casarès: l'amore contro il destino" Articolo di Lavinia Capogna

Filippo D'Eliso, poeta e musicista, "Lì un tempo fioriva il mio cuore"Recensione di Lavinia Capogna

Il viaggio nell'anima - recensione di Lavinia Capogna del libro "Sznenen keiner Ehe" di Marie Theres Relin e Franz Xaver Kroetz (Italiano/English/Deutsch)